Le abitudini degli Italiani sono ormai cambiate su una moltitudine di aspetti, incluso quello degli investimenti immobiliari. L’ultima indagine condotta da Nomisma, conferma infatti come l’idea del bene casa come investimento, sia ormai sempre meno frequente. La domanda, pur rimanendo alta (aiutata anche dalla riduzione dei prezzi e dai bassi interessi) è dovuta da una necessità, più che dalla volontà di “investire nel mattone”, cosa che apparteneva alle generazioni di un tempo, mentre le nuove, hanno una concezione più aperta alla condivisione, come appunto il co- housing, o l’hosting.
Si tende a svincolare i capitali impegnati nell’immobiliare, per impegnarli nell’acquisto di una nuova casa dove andare a vivere. Il mutuo non rimane il solo, quindi, a sostenere i nuovi acquisti. Tuttavia l’indagine conferma che il 33% della popolazione è certa di ricorrere al mutuo per sostenere l’acquisto di un immobile, il 41% invece, lo ritiene una probabilità.
La volontà di acquisto rimane la stessa dello scorso anno, tuttavia alcune famiglie sono ancora sfiduciate, causa l’incertezza occupazionale.
Per questi motivi, la ricerca attesta che, tra la totalità delle famiglie che vorrebbero acqustare casa, l’8,8% è già in cerca, mentre il 3,2% esprimono solo la volontà di acquisto entro breve termine.
Per riassumere il tutto, si riducono ai minimi gli acquisti per investimento a medio e a lungo termine, mentre è più diffuso l’acquisto di “prima casa” o “sostituzione prima casa”.
Le famiglie giovani, che vivono in grandi città e che godono di una solidità economica e finanziaria, sono oggi quelle più propense all’acquisto.
Il mercato delle locazioni rimane stabile. Il 2016 ha registrato 1,4 milioni di contratti, e numerose sono le famiglie che nei prossimi mesi esprimono l’intenzione di prendere un immobile in affitto, scelta dettata sia dalle condizioni finanziarie poco adeguate, e sia dalla scelta di non impegnarsi in investimenti a lungo termine.